domenica 6 dicembre 2015

Mezzi vuoti

Io vorrei solo sapere cos'hanno in testa le persone che hanno il potere di cambiare la vita altrui.
Secondo me fanno che tirare una moneta in aria e quel che viene viene.
Ovviamente si parano il sedere in nome di "ciò che è meglio".
Ne tiro fuori una a caso?
L'affido congiunto dei minori in caso di separazione coniugale.
(una a caso, eh...)
Un'idea bellissima ma che non è stata ben calcolata.
Cioè, pensate che figata: i pargoli vengono seguiti e cresciuti da entrambi i genitori che, finalmente, vengono considerati "pari" nel valore e nell'importanza educativa.
E i bimbi son felici di vedere sia la mamma che il papà che educano  allo stesso modo e danno loro le stesse sicurezze e gli stessi limiti, magari passano insieme le feste, i compleanni, le vacanze, in nome della serenità dei figli.
Praticamente la famiglia del mulino bianco ma in due mulini.
Ma fatemi il piacere!
Questa storiella calza bene solo a pochi fortunati e sapete perché?
Semplicemente perché quando due coniugi si separano, spesso una delle questioni calde è proprio l'educazione dei figli. Ci si scanna a colpi di "con una madre disgraziata come te, come vuoi che venga su, Pierino?" "Tua madre gliele dà tutte vinte e io devo passare per la madre cattiva" "Lo fai mangiare all'una invece che a mezzogiorno" "Non sai abbinare i jeans con la camicia giusta e lo mandi in giro come un pagliaccio" "Non hai lavato le scodelle della colazione, sembra di stare in un porcile e lui impara da te!" "No, a calcio non lo mando lì..." "Ah no?? E invece lo mandi lì perché ha sempre giocato lì" "E no, per me che non ho la macchina è lontano, lo sposto di società!" "Tu pensi solo a te stessa, muovi il sedere, e portalo dove è sempre andato, non mi interessa come devi fare" "Le opzioni per la scelta della scuola media sono queste, cosa vuoi: La uno, la due o la tre?" "Guarda che l'ho già iscritto" "Senza il mio consenso?" "Non saresti in grado di scegliere neanche le stringhe delle scarpe".
La lista è lunga e spesso ben più grave e accesa.
Ma avete idea di cosa significhi l'affido congiunto con due coniugi che sperano solo reciprocamente che l'altro/a si trasferisca come minimo sulla luna?
Ci sono separazioni che non sono solo "stretta di mano e stammi bene, ci si vede in giro, fammi sapere come stai".
Alcune fratture del cuore hanno bisogno di epiche distanze spazio temporali per cicatrizzare.
Anche solo per prendersi il tempo di ricomperare i servizi di stoviglie nuove, visto che i piatti che facevano parte della lista nozze sono stati sfrantecati sui muri e sul pavimento. La zuccheriera si è suicidata preventivamente da sola.
E poi, ci sono figli di papà e mamma, figli di papà e figli di mamma.
I figli di papà e mamma "mulino bianco style" sono gli unici che possono sopravvivere serenamente al nuovo regime.
Conosco anche situazioni in cui per motivi burocratici l'affido sia stato "esclusivo" di un solo genitore ma la cosa non ha spostato le sicurezze affettive dei minori.
Ci sono anche figli che a passare principalmente il tempo con un solo genitore sono anche più contenti.
Ma quanti sono i casi in cui un regime di affido condiviso non accontenta nessuno?
Ora mi rendo più impopolare del solito.
Il casino l'hanno fatto le ex mogli che per mesi hanno negato (ingiustificatamente) il contatto figli-padre, quelle del "ha la febbre/ abbiamo un impegno/ non vuole vederti/". [Parlo di madri che per pura cattiveria e ripicca si sono comportate così ]. Casino appoggiato da padri mosci che han fatto fatica pure per quei cinque minuti dedicati al concepimento.
E se i padri si sono organizzati in gruppi di sostegno e auto-aiuto, io ora sto a favore delle madri e dei figli di mamma.
Chi sono i figli di mamma?
Quelli il cui padre hanno definito la prole "un pessimo investimento:  Ti fai in quattro, perdi sonno e soldi e loro poi se ne vanno". Quelli il cui padre, quando finalmente se ne va, esclama drammaticamente "Non lo saluto neanche, tanto a lui non frega niente di me come a me non fregava niente di mio padre".(poi tornano indietro a dare il bacino sulla fronte, in colpa per la stronzata appena partorita).
Le mamme che hanno cresciuto figli di mamma, si sono fatte un mazzo tanto dal giorno della prima ecografia. Hanno "investito" - mai perso - sonno per una coccola extra, per allattare, cullare, pulire nasini moccicosi, misurare febbri e puntini rossi, disinfettare ogni cosa in nome dell'igiene a tutti i costi e smettere poi di disinfettare perché gli anticorpi altrimenti come se li fanno, cambiare pannolini in fase rem; mamme che hanno investito ore a scegliere vestiti, smacchiare bavaglini e grembiuli, accompagnare all'asilo-materna-elementari, accompagnare a corsi di nuoto-pattinaggio-calcio-musica, provvedere a recuperare materiale didattico, tamponare ginocchia sbucciate e occhi lacrimanti, cucinare, stirare, stimolare il dialogo e instaurare fiducia, organizzare festicciole, insegnare a risparmiare e non fare capricci, educare con fermezza e dolcezza, mamme che studiano coi figli e mamme che insegnano ai figli a studiare, mamme che ogni attimo vogliono condividerlo coi loro figli e coinvolgerli anche nelle proprie passioni, mamme che non portano i figli al parco ma "vanno al parco coi figli", mamme che "facciamo qualcosa insieme", mamme che non sapevano come fare le mamme e invece ci sono riuscite imparando e crescendo coi propri figli. Mamme che si sono sostituite a padri assenti, fintamente impegnati in chissà quali operazioni di salvataggio dell'umanità, madri che per anni non hanno potuto neanche farsi una doccia in santa pace perché sposate con deficienti che "hai voluto fare la madre, arrangiati". Mamme sole anche se accompagnate.
Queste mamme, grazie al casino scatenato dall'affido congiunto, da mamme onnipresenti e onnifacenti (non tutte hanno mariti/compagni collaborativi) diventano madri a metà.
 Bicchieri mezzi vuoti.
E quando ti senti dire "Beh, sei fortunata: hai tutto il weekend per te!" hai solo voglia di picchiare chiunque ti capiti a tiro.
Queste mamme non lo vogliono il weekend libero.
Non vogliono le notti infrasettimanali libere.
Sono madri che hanno vissuto solo esclusivamente e letteralmente per i figli e di un intero weekend di libertà non sanno che diavolo farsene. È una punizione del karma.
Caso vuole sono state sposate con emeriti deficienti che improvvisamente si svegliano e si rendono conto che quella piccola personcina che porta il loro cognome è quasi quasi parente.
Allora in preda a megalomanie cominciano la loro guerra da superpadri: ricorsi, ripicche, sms minatori, denunce, assistenti sociali, psicologi.
La strategia è quella proprio del bambino capriccioso: sbattono i pugni a terra finché non si sono divorati tutta la torta. Per loro essere padri significa eliminare dalla vita dei figli la madre, nemica indiscussa e unica causa della distruzione del loro ego. E qui si incriccano i tribunali col ragionamento che "se uno fa tanto casino allora qualcosa di vero avrà da dire". E le mamme che hanno dato l'anima si sentono dire che se rispondono con la stessa "grinta" rischiano solo di peggiorare la situazione. Come va a finire? Che il tempo passa e passa e anche se esiste il divorzio breve, tu sei lì da anni che aspetti la sentenza definitiva di separazione, che il tuo ex ha trasformato in un caso eclatante. E mentre il tempo passa, il tuo "pezzo di cuore" cresce e ai luminari viene un'intuizione: "Ha bisogno del padre".
Non può neanche salirti su la bile perché l'hai usata per firmare scartoffie e raccontare la tua storia migliaia di volte.
Queste storie sono prelibatezze per le malelingue che "e ma se il giudice ha deciso così, un motivo ci sarà"
Madri a metà, bicchieri mezzi vuoti. Figli con doppie vite.
Poi vediamo di chi è la colpa.

*Granelladivaniglia *