sabato 30 maggio 2015

Dell'inutilità della gelosia

E'insita nel DNA, credo.
A qualcuno spunta fuori come l'herpes: visibile fastidiosa e contagiosa, cronica o ciclica.
 Non c'è cura che tenga: la puoi assopire, dimenticare in un angolo, ma nasce con te e muore con te. Nell'intermezzo ti rovina l'esistenza.
"Ma se uno ci tiene è geloso per forza".
Ci tiene? Sì, a sé stesso. Un conto è temere che l'amata metà possa mollarti quattro a zero preferendo piumaggi più colorati.
Ma se sei sano di mente ti tieni il timore come un sottofondo e riempi di attenzioni lui /lei.
Se invece cominci a sbirciare il suo cellulare, cronometrare le tempistiche di percorrenza della tratta 'casa lavoro casa supermercato casa scuola' col controllo incrociato, gli fai il vuoto intorno direttamente o indirettamente...
di sano forse...hai solo che sei portatore di qualche biodiversità.
Mettitelo in testa, tatuatelo, scrivilo col sangue sugli stipiti delle porte: se ti vuole tradire , lo fa comunque. Anche sotto il tuo naso.
Ed è inutile che lanci le frecciatine sui social o gli stai incollata come un francobollo: rischi di non trovarti la scritta "prioritaria".
Il solo fatto che conosca qualcuno che non sia tu, non è segno di tradimento.
Se va a prendersi un caffè con qualcuno che non sia tu, non è tradimento.
Se fa un sogno erotico in cui non sei presente tu, non è tradimento.
Se bacia sulla bocca qualcuno che non sei tu e di mestiere non fa l'attore...ecco...magari facci una pensata.
Ma prima di pensare alla vendetta, alla dipartita, al 'pan per focaccia', pensa di farti un esame di coscienza.
Hai scelto un traditore seriale?
Tranquilla, quelli tornano sempre indietro.
Ti amava alla follia eppure è capitato?
Bè, uno scivolone glielo puoi perdonare.(??)
Dopodiché non ti resta che chiederti come mai la sua mente ha avuto un blackout temporale emotivo nei tuoi confronti.
Mettiamola così: presente quando chiedi "Ma tu quanto mi ami da uno a dieci?".
Inconsciamente abbiamo un punteggio.
Come per la patente. Facciamo cento punti.
Dopo la favola iniziale rimane il rispetto:
il rispetto per i ricordi, il rispetto per ogni pasto preparato, il rispetto per la tachipirina lasciata li sul comodino insieme ad un cuoricino colorato, il rispetto per il solo fatto di esserci l'uno per l'altra.
Ognuno ha il proprio punteggio di tolleranza:
per qualcuno appena scendi al novantanove sei da buttare via, e va bè, son casi psichiatrici.
Ma se, per esempio, il grado di tolleranza non deve scendere sotto il quaranta...appena tocchi la soglia è finita.
Punti ne perdiamo tutti.
Qualcuno si salva con l'indulto o pagando il doppio del prezzo necessario.
Ma se il tradimento è sbagliato
la colpa non è mai di chi ha sognato.

Rilassati, quindi.
Al limite devi ridare l'esame.

*Granella Di Vaniglia*







giovedì 28 maggio 2015

Venom

Stavolta sputo veleno.
Anche di questo potrei fare una serie.
Due cose mi premono ora, poi magari più avanti posso sviscerare meglio la questione.
Soldi e creatività.
I soldi non fanno la felicità.
Quelli degli altri no, se sono tuoi è un'altra storia.
Coi soldi puoi prenderti un appartamento, due automobili e una moto, mandare i figli in scuole private, prenderti il cellulare più figo del momento e un notebook di tutto rispetto e chi più ne ha più ne metta. Letteralmente.
Mica salvi il matrimonio coi soldi.
Vero è che, se sei povero e hai un matrimonio da incubo, maledici ogni giorno d'esistenza.
In entrambi i casi, se non si vuole essere ipocriti, o si aggiusta la situazione o ci si stringe la mano dopo averla stretta ai rispettivi avvocati.
E prova a fare pace con un amico porgendo un ventaglio di banconote: quello si piglia i soldi e ti saluta.
Poi ci sono le vittime di ingiustizie o i parenti di vittime della strada o della follia: neanche coi miliardi ritrovano la pace.

(io son disposta ad essere infelice per voi, mandatemi pure un bonifico)

Un'altra faccenda che mi fa increspare il cuoio capelluto e alzare la pressione è il controllo smanioso che vogliono esercitare certi uomini sulle loro donne.
Dovete sapere, cari principi azzurri,
che una volta che avete salvato la bella addormentata di turno e l'avete svegliata, quella ci rimane sveglia.
E scopre che il mondo offre un sacco di opportunità e poi le viene voglia di imparare, dire, insegnare, condividere, confrontarsi, lavorare, avere figli, trovarsi degli hobbies.
O magari le basta cambiare colore di capelli e estetista ogni tanto.
E quando lei, "ambiziosa come nessuna, si specchia nella luna", si offre al vostro giudizio, tutto si aspetta tranne una catena, o un colpo di machete.
Basta anche una critica costruttiva.
Un incoraggiamento.
Un buffetto sulla guancia.
Un abbraccio.
Un bacio Perugina, se avete l'alitosi.
O un diamante.

Ok vada per il diamante.

*Granella Di Vaniglia*


Popcorn Series: Gabriele Francesco

Un bambino che ha vissuto così poco da diventare eterno nella memoria.
Gabriele Francesco esiste ancora.


"ALLORA NON SONO NATO INVANO.
Mi chiamo Gabriele Francesco, sono nato a Novara l'undici aprile duemilatredici. Sono morto lo stesso giorno in cui sono nato. Adesso tutti starete pensando che mamma e papà non di sono comportati bene: in effetti mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indosso pochi stracci e nemmeno un biberon nei paraggi. Ma io non mi permetto di giudicarli. Certo è che noi neonati siamo indifesi: ci buttano dai ponti, ci fanno esplodere con le bombe, ci vendono per pochi soldi. Siamo carne da telegiornale.
Prima di chiudere gli occhi mi sono raggomitolato tra i rifiuti, per cercare conforto e ho pensato: ma è davvero così brutto questo mondo che sto già per lasciare? Poi mi sono sentito sollevare e sulla nuvola da cui vi scrivo ho visto che la bellezza c'è ancora.
C'è bellezza nel camionista che mi ha trovato e nell'ispettore che mi ha messo questo nome meraviglioso: è importante avere un nome, significa che esisto davvero. C'è bellezza nei poliziotti che per il mio funerale hanno fatto una colletta a cui si sono uniti tutti, dai pompieri alle guardie forestali.
E c'è la bellezza nella ditta di pompe funebri che ha detto "Per il funerale non vogliamo un euro". Così i soldi sono andati ai volontari che in ospedale aiutano i bimbi malati. Dove sono nato io metteranno addirittura una targa.
Allora non sono nato invano.
Mi chiamo Gabriele Francesco e ci sono ancora."

Bel pezzo trovato su Facebook.

Ciao Gabriele Francesco.
*Granella Di Vaniglia*



  

lunedì 25 maggio 2015

Il Trattorino Corner: L'importante è correre

A me piace molto elogiare chi merita.
E mi piace condividere pensieri.
Questa nuova sezione prevede l'inserimento di perle di saggezza del mio amico di Facebook "il Trattorino".
Vai con la prima.

Il Trattorino says: "Ho sempre pensato: nella vita è fortunato chi parte avvantaggiato. Ora penso che nella vita è fortunato chi parte. Chi riesce a partire. Chi riesce a sentire lo sparo nell'aria che dà il via. Chi ha capito che adesso è il momento di correre. Chi ha capito chi sono realmente i propri compagni di squadra e chi è capace di correre in solitaria fissando solo il proprio traguardo. Chi vince. Chi perde. Chi ha coraggio di confrontarsi. Chi ha il coraggio di mettersi in gioco. Ora penso che nella vita non importa da dove cominci, dove arrivi o quanta strada riesci a calpestare. L'importante è correre..."
(il Trattorino, 25/05/2015)

venerdì 22 maggio 2015

Sì, lo voglio

Premetto che per me la felicità
si può customizzare per dritto e per traverso.

Non faccio esattamente i salti di gioia riguardo i matrimoni gay.
Ma credo che abbiano centrato in pieno l'esigenza di conservare qualcosa che per gli etero assume, a volte, la leggerezza della carta straccia.
L'amore non ha regole e non è certo una firma a confermare se siamo innamorati o meno. I matrimoni combinati o per convenienza ne sono un esempio.
Mettiamola così:
chi sceglie la convivenza lo fa nella convinzione che non sarà un contratto a determinare la durata della relazione, il suo funzionamento, la sua intensità, la sua intenzione di fedeltà e sostegno ecc. Una forma di consapevolezza e concretezza, a volte disincanto, che induce a pensare : "Se poi finisce, ognuno a casa sua e bon".
Eppure qualcuno vuole formalizzare anche la convivenza, la coppia di fatto.
Pacs, Dico... Non so se abbiano inventato altre sigle.
Tanto vale sposarsi, allora.
Credo che i gay che vogliano convolare a nozze stiano conservando il sogno, il sogno realizzato di trovare qualcuno a cui dedicare il cuore.
Sanno che trovare la persona giusta non è scontato, per loro non è che 'morto un Papa se ne fa un altro' , non è che trovano un'altra persona come loro appena svoltato l'angolo.
E lo sanno. Quando la trovano sono strafelici, si sentono onorati e fortunati e questo, q u e s t o, hanno conservato, questa è la loro chiave di volta.

Questa deve essere la chiave di ogni relazione.
Va troppo di moda mandare a quel paese, pretendere che l'altro ci faccia felice, chiedere dispoticamente rispetto.
Troppi matrimoni si basano sul conteggio di chi fa più o fa meglio.
Parlo del quotidiano,eh...
Ci sono interi stabili che tremano sotto le litigate di una coppia che "son due giorni che non butti immondizia/ lasci sempre la tavoletta del water alzata/ tocca sempre a me portare fuori il cane/ quando fai tu la spesa ti dimentichi sempre le mie brioches preferite ma la tua cavolo di birra non te la dimentichi mai/ tu lavori seduto tutto il giorno mentre io mi spacco la schiena in magazzino dalle cinque del mattino quindi i piatti li lavi tu-ma mi son fatto tredici ore di lavoro- capirai che fatica//
Potrei andare avanti all'infinito.
Se si tassassero le mancanze di rispetto e l'intolleranza gratuita, avremmo un'Italia gloriosa e fiorente.

E pensare che qualcuno, da più di duemila anni, aspetta solo che impariamo l'unica regola universale: Ama il tuo prossimo come te stesso, amatevi gli uni gli altri.

*Granella Di Vaniglia*






giovedì 21 maggio 2015

Calzini spaiati

NB. Nessun calzino è stato maltrattato per ottenere questo articolo.
La Svizzera ha sempre il suo rigore.


L'altra metà della mela.
L'anima gemella.
Mi completa.
Mi somiglia.
Siamo gli opposti che si attraggono.
Scagli la prima pietra chi non ha mai detto almeno una volta una di queste frasi.
Ruggiero (con la I in mezzo)
ha amato al punto da giurare di non farlo mai più, non ha mai tradito la compagna neanche col pensiero e si è trovato da solo; trovatosi poi in una storia "di mezzo tra l'amicizia e l'amore", ne è fuggito di corsa imbavagliando il cuore.
Fabrizio paga cara la sua libertà che non ha prezzo, vede l'amore come qualcosa che non ha nulla a che vedere con le convenzioni e il "si fa così": ti dice che l'amore fa un giro strano a volte, che può succedere con chiunque, con chi non te l'aspetti, senza una spiegazione, etereo ed assoluto.
Julio è caduto e si è alzato più volte.
Ha in comune con Fabrizio e Ruggiero la rigorosità. Ne fa un vanto, un baluardo.
Preciso e puntuale come un orologio Svizzero.
Pardon, lui in Svizzera ci vive.
 Chiede persino il permesso di mandare un saluto. Entra nella vita degli altri in punta di piedi e sa anche quando andarsene.
Ha una profonda stima per la sua ex moglie dalla quale ha avuto un figlio, anche se un po'soffre la mancanza di spirito avventuriero di lei. Nel suo lavoro deve saper polarizzare le decisioni e applica questo stile anche alle sue avventure. Non è esattamente un incosciente, ha trovato il suo equilibrio semplicemente rispondendo in maniera chiara ai suoi bisogni emotivi. Se gli gira il pallino di scendere di notte fino a Milano a trovare un'amica che lo invita per un insolito caffè lo fa. Volere è potere, come si dice.
Nel suo rigore, che punge gli eterni indecisi, ha compreso una cosa fantastica.
Capirà davvero di essere innamorato quando si troverà ad indossare calzini spaiati.
L'amore ti spettina, ti alleggerisce, ti mescola come un sacchetto di cereali in cui trovare la sorpresina. Può renderti talmente felice e scombinato da farti trovare l'eterno in una notte impossibile.
Poi al mattino ti voglio vedere, in ufficio.

*Granella Di Vaniglia*

martedì 19 maggio 2015

Pop Corn Series: Ainoha

Ce ne sono a migliaia come lei.
# "...ma sua moglie fortunata, resta quella là"#
sarebbe la sua descrizione perfetta.
Su internet le storie sono strazianti, ci sono forum appositi.

Vediamo la storia di Ainoha.

Se la passa piuttosto male dopo la separazione da un marito dispotico e cattivo dentro, il lavoro è un miraggio e, tirare avanti, una scommessa.
Ha un figlio che adora e che la adora. Almeno quello.

Capita che nel momento meno opportuno della sua vita, un messaggio privato proveniente da un social le apra una porta che, forse, avrebbe dovuto ignorare.
Luigi, il nonno volontario che sta fuori dalla scuola ad aiutare i bambini ad attraversare la strada, le fa sapere che un suo amico, sportivo e giovanile, l'ha notata in mezzo a decine e decine di altre donne e da mesi lo stressa affinché faccia le dovute presentazioni.
Ainoha è lusingata ma appena scopre, nel messaggio, che Eros è sposato, le cadono le braccia. È anche un po' offesa: per chi l'avevano presa?
Per abitudine, educazione o chi lo sa, decide di prendere contatto con Eros e iniziano a conversare tramite messaggistica istantanea.
Eros ci sa fare con le parole scritte e Ainoha, appassionata lettrice e scrittrice, ne rimane affascinata profondamente.
Lui non nasconde di essere in mezzo ad una frustrante crisi matrimoniale, così forte da fargli dubitare della sua virilità e utilità.
In pochi giorni di intenso scambio tramite internet, Ainoha ed Eros sentono crescere una piacevole tensione-attrazione fra loro. Poche settimane dopo si incontrano.
E' sbagliato, non si fa.
Ma se l'emozione è così forte, dice Ainoha, non può essere solo un caso.
Dubita ancora di essere lei, quella che lui ha notato in mezzo a mamme e donne molto più belle. Ma lui, dopo una cena magicamente rilassata, le conferma tutto.
Consci entrambi della chimica che già si preannunciava da giorni, l'imbarazzo scende con la notte e li culla nell'abitacolo della macchina sportiva di lui, che le chiede:"Ti senti ancora timida?" Lei, sincera:"Si...non so cosa fare" . Eros, con l'educazione che lo contraddistingue ma resuscitando lo spirito cacciatore insito in ogni uomo :"E se ti do un bacio?"
Ecco.
In quel momento forse è scoppiato un temporale. O un gioco pirotecnico. Forse la terza guerra mondiale. O forse non è successo nulla ed il mondo sta solo in silenzio sotto la pioggia di fine estate.
Ainoha non sa rispondere.
Pensa all'immagine che sta dando di sé,
si aggiusta impacciata il vestito, prega di non fare gaffe.
Lui le da un bacio a fior di labbra.
Ok, sono ancora viva, pensa Ainoha.
Eros la guarda negli occhi e poi le guarda le labbra.
Un attimo dopo sono uniti in un bacio appassionato e perfetto.
Eros le chiede: "Da quanto tempo non baci qualcuno?"
Ainoha, abituata com'è alle critiche, si mette sulla difensiva :"Più di un anno e mezzo. Bacio così male?"  Eros: "No,affatto. Baci divinamente".
E chi li ferma più.
Non l'imbarazzo che accompagna ogni prima volta, non la possibilità di essere beccati, non l'ora tarda.
Ainoha si sente tremare dentro.
Quasi come tornasse ad una prima volta adolescenziale.
Lui è attento e capace, ma discreto e rispettoso.
Ainoha sta volando in alto.
Quando torna a casa sa che presto l'aria inebetita stampata sul suo volto, se ne andrà col giorno nuovo.
Son cose che capitano, dice.
Passerà, dice.
Ma settimane dopo ha ancora quel sorriso, gli occhi che brillano, le guance vive ad ogni messaggio di Eros.
Lui non fa promesse palesi, ma lascia nell'aria l'idea "di un ipotetico futuro".
Per lei sono parole di latte e miele, non serve altro per sognare.
Ainoha peró, presto sente la pressione e l'amaro della vita da "terza incomoda".
Deve attendere il benestare di lui per mandare un messaggio dopo che Vanessa, la moglie di Eros, ha quasi beccato le loro conversazioni vivaci.
Lui le rimprovera la mancanza di concretezza ricordandole che una storia non si costruisce "due cuori e una capanna" e che lui, senza stabilità materiale, non vuole azzardare il passo decisivo della separazione da Vanessa.
La spiegazione prettamente materiale, Ainoha la sentirà ciclicamente nel corso della loro storia.
I loro incontri hanno incastri chirurgici tra il lavoro di lui e quello di lei, oltre all'impegno genitoriale di entrambi.
Ainoha si aggrappa ai momenti con Eros, unica luce in una vita che, nonostante le lotte, non si decide a darle pace.
Ainoha ha perso delle battaglie personali, lui cerca di consolarla, di spronarla.
A volte discutono.
Eros è sempre più geloso di Ainoha.
E lei ne è lusingata in parte.
Ma Eros, ogni notte dorme con Vanessa.
Ogni santissima notte.
Si addormenta per lo più sul divano,
ma nel cuore della notte va nel letto.
Con lei.
Ainoha vive questa situazione con un misto di rabbia, gelosia, disperazione, dubbi.
Poi Eros torna e ritorna l'allegria, la passione, la chimica come la chiama lui e Ainoha mette in tasca tutto il resto.
Forse anche il cervello.
Eppure è lucida, cosciente.
Sa che Eros non lascerà mai Vanessa.
Per le ragioni che ha dato lui.
E perché sembra che abbiano bisogno l'uno dell'altra. Lui sembra aver bisogno dello sciapo trascinarsi di lei da una stanza all'altra, dell'eterno borbottare ordini e manie di controllo materno-maniacale che lei ha da sempre verso di lui. Lei ha bisogno di lui che faccia la spesa, apparecchi la tavola, metta a nanna i due bimbi , porti fuori il cane.
Altrimenti non si spiega.
Ainoha ci combatte ogni giorno coi sensi di colpa. A volte si sente pure solidale con Vanessa: in fondo è una madre anche lei, una moglie stanca di tutto come lo era stata lei.
Ainoha si chiede pure se sia il caso di stare con un uomo che sa mentire così a lungo.
Sta di fatto che Ainoha sa che Eros e Vanessa non si lasceranno mai.
Ma Ainoha ama Eros.
Follemente.
Non pretende di aver ragione, non sostiene di essere nel giusto. Si sente sbagliata fino al midollo. Non è esattamente una rovina famiglie: è stato lui a cercarla. Non ha nemmeno la certezza che Eros la ami allo stesso modo, teme che in fondo lui ami ancora Vanessa che, comunque, gli ha dato due figli e sta con lui anche se non la sfiora da almeno due anni.
E se non è così?
E se invece Eros e Vanessa fanno ancora l'amore? Bè, non potrebbe farci nulla Ainoha.
E se invece anche Vanessa ha una storia parallela?
Che caos.
Le pochissime persone che sanno, dicono ad Ainoha che lui probabilmente si vede anche con altre. Ma Ainoha non ci crede. Anche perché con la stessa logica significherebbe che anche lei vede altri.
Ainoha tratta Eros come se fosse l'uomo migliore del mondo. Gli accarezza e massaggia la schiena mentre lui si racconta, lei ascolta mite ma col cuore sottosopra e un po' sorride dentro quando lui si preoccupa per ogni millimetrico cambiamento o strana sensazione.
Lei vorrebbe solo alleviargli la vita, regalargli un mondo di pace, accarezzargli il viso mentre lui guida o ascoltare con lui in auto un vecchio disco dei Depeche Mode. Ainoha si perde spesso a guardare i lineamenti di lui, mentre sogna che sia lui a farlo, mentre chiede in silenzio e prega per una carezza in più, mentre cucina per lui e ogni volta sbaglia qualcosa e spera che lui si intenerisca.
La gente pensa all'amante con ad una persona opportunista, priva di ogni moralità, superficiale.
Ainoha ti fa capire che non è così.

Ainoha preferisce intraprendere un viaggio in cui perdersi, che non partire mai.

*Granella Di Vaniglia*














lunedì 18 maggio 2015

In Diretta

Può essere utile, a volte necessario, ponderare i pensieri.
Alcuni però hanno cottura istantanea.
Cotto e mangiato, come si dice.
Basta che escano. Subito.
In questo istante ho prelevato mio figlio da scuola. Un appuntamento che dura da anni ma che diventerà man mano sempre più raro.
Guardo i bimbi di prima elementare col nasino all'insù che cercano la mamma, il papà, i nonni.
Sembrano cerbiatti.
Il mio ormai è un dinosauro di quinta che entra ed esce spavaldo e si raccomanda che io non faccia scene mielose davanti ai suoi compagni.
E' una bolgia, fuori da scuola. Se c'è un momento in cui mi intimidisco è questo: Vorrei sparire ed evitare la folla, è un momento mio, quasi intimo. Mi ricongiungo con la persona che ho più cara al mondo. Lui ogni giorno va sempre un po' più via da me e tutta sta fretta se potessi la cancellerei. Mi ingelosisco un po' quando dice che vuole stare coi suoi amici, ma mi rassereno sapendo che è normale.
Ora voglio chiacchierare con lui. Ridere. È un rito per me. Significa molto.
Il mondo intero può attendere.

*Granella Di Vaniglia*

domenica 17 maggio 2015

Faccia da Poker Series Vs/ Il caustico

Risposta semiseria e reinterpretata di un caustico.


NB. Nessun impiegato biellese è stato maltrattato per ottenere questo articolo.



"Cara Granella Di Vaniglia,
le persone sincere vere e schiette ad ogni costo, esistono.
Non parlano sempre, ma quando lo fanno ottengono due risultati: Terra bruciata, nella maggior parte dei casi, relazioni solide come rocce come seconda opzione. Poche, pochissime. Ma solidissime. Siamo solitari per scelta degli altri, cinici per difesa, ma tremendamente simpatici. Diamo quello che cerchiamo: Onestà profonda. Perché non è che sia facile. Ci si adatta, ma non ci si diverte quasi mai. A meno che non si trovi una vittima a portata di mira. Dietro le porte dei nostri uffici ci scambiamo le fototessere degli ipocriti che ci circondano: Ne escono veri trofei e Leghe di lancio del tagliacarte. Le nostre mamme ci amano alla follia, perché riconosciamo in loro l'impegno e l'amore per eccellenza. Siamo tremendamente eleganti anche nella causticità. Mandare a quel paese con un sorriso è la nostra specialità. Perdoniamo le debolezze, gli errori commessi per ingenuità, ma la cattiveria mai. Se una persona, che fa parte dei nostri affetti, si fa prendere palesemente per i fondelli, sfoderiamo tutte le armi. Non molliamo. Ci prudono le mani. E la lingua perde ogni freno. Non risparmiamo le carezze, abbiamo affetto e amore da vendere. Siamo solo da scoprire un po'.
Ma almeno non ci nascondiamo dietro nomi improponibili per dire quello che pensiamo. T'è capì granella di qualcosa?
(Andrea) "

*Granella Di Vaniglia*

Faccia da Poker: l'arte di ingoiare il rospo, la rana, i girini, i vermi...

Io non ci credo.
Prima o poi deve succedere.
Dai, su.
Con la manìa di scambiare la mancanza di tatto per sincerità, da qualche parte ci deve stare qualche botta da incassare :" Io sono sincero, dico quello che penso, sono quello che sono, non ti piglio per i fondelli, ho un brutto carattere ma almeno non mento..." .
Sorry, non ci credo.
Anche i pionieri del pensiero succitato ingoiano rospi e altri generi faunistici.
Magari al lavoro, giusto perché il periodo storico economico attuale non ci permette esattamente di alzare troppo la cresta.
Oppure chi, nonostante l'ostentata indipendenza, sta ancora a casa di mammà senza un vero motivo valido.
Ci sarebbe poi una menzione speciale per i matrimoni che con la faccia da poker 🃏 vanno avanti per anni anni e anni. Meriterebbero pure un capitolo a parte.
Le facce da poker da premiare, però, sono quelle di alcune donne/mamme separate che, ciclicamente, devono affrontare"L'altra".
Lei che, forse per sfortuna da fare quasi tenerezza, ha colpito il cuore (cuore? Sicuri?)
dell'ormai ex compagno di vita e che, per questo, pensa di aver quasi un diritto sul pargolo di lui .
Queste mamme che, eroicamente, sorridendo in modo così innaturale da farsi venire un'infiammazione al trigemino, accettano di vedere il loro pargolo felice e contento al compleanno del pargolo dell'altra.
Quest'altra che, come fosse un segreto di chissà quale portata, dice che la festa si terrà "in un ristorante prenotato appositamente".
Poi invece la festa sarebbe un menu Eat all you can al sushi bar del centro commerciale.
In ogni caso fa male e la faccia da poker diventa un'arte.
Un pezzo di cuore che se ne va in giro per il mondo, per queste mamme che si sentono sempre a metà.
Eppure sorridono, mentre l'altra palesa l'amore che ha verso sé stessa. "Io, io, io".
Sa tutto lei, l'altra.
La diplomazia, la capacità di fare un passo indietro, non sono atti di debolezza.
Sono scelte di crescita.
A volte per crescere, bisogna ingioiare rospi, rane, girini, vermi e quant'altro.

Io credo di avere uno zoo nel tratto digerente.


*Granella Di Vaniglia*



sabato 16 maggio 2015

Pop Corn Series: Claudio

Non è che uno le trovi esattamente per terra.
Nemmeno nell'uovo di Pasqua.
Le trovi. Punto.
Ognuno a modo suo le trova.
Claudio le ha trovate svegliandosi in un mondo alla rovescia che non è più il suo.
Mica le ha viste subito.
A dir la verità si è svegliato che per metà non ci vedeva più.
E non sentiva nulla.
Presente quando dici "Non ti sento"?
Lui non ci sente più per davvero.
Per certe scemenze può essere pure una fortuna.
Invece il Destino, Dio, il Karma- chiamala come vuoi ,questa- è una sfortuna fottuta.
Hai presente quando dici: "Papà, io esco?"
e papà ha quel sesto senso, quello strano prurito genitoriale che ti fa dire "Domani devi andare a lavorare, stai qui con noi"?
Ma se hai vent'anni mica ci pensi.
Esci. E prometti di rientrare presto perché poi la sveglia ha sempre lo stesso fuso orario e se ne frega se hai dormito o no a sufficienza.
Sta di fatto che Claudio è uscito, fresco e profumato di doccia dopo la faticata in palestra.
La partita a calcetto degli amici era già iniziata,
lo scooter parcheggiato fuori , la sera era tiepida di Maggio. La normalità da bere come lo sai fare solo a vent'anni.
Perché tutto ciò che c'è oltre quel mondo non è normale, poi certe cose succedono solo agli altri, solo al telegiornale.
Il cervello a volte ci salva. Ci protegge.
E cancella.
A Claudio è rimasta l'ultima immagine di una rotonda, nel buio senza traffico di periferia.
E il nome della sua fidanzata.
Non lo sa dello schianto, forse il rumore, forse la fretta nel cercare soccorsi.
Un pezzo di storia bruciata.
Gliela raccontano e lui racconta di un racconto.

Lui, con pensieri semplici, dice "Era come se avessi tre teste, il cranio si è aperto in due, come una trappola" Forse gliel'hanno spiegata così e lui la ripete così.

Fastidio. Formicolio. E un silenzio che fa paura.
Ma con una cannula in gola non lo puoi gridare, lo pensi solo quel :"Cosa ci faccio qui?"
Il volto piú bello, quello che impari a riconoscere appena nasci, lo riconosci subito anche dopo due mesi di blackout. Niente. Il cervello si era preso ferie. Ma lei, la mamma, ti guarda sempre come se fossi il migliore al mondo. Per lei non ci sono pannoloni, catetere, tubi e flebo che possano inficiare l'amore più grande. Per lei sei tu. E lei la riconosci subito.

Diversi camici bianchi.
Un salto all'indietro come se avessi tre anni, la realtà frammentata in pensieri semplici quasi primordiali.
E si ricomincia. Te lo dicono, te lo fanno capire che si ricomincia.
Da zero.
Parlare.
Contare.
Camminare.
Leggere.
Scrivere

La rabbia viene dopo.
Quando riacquisti, a furia di logopedia, la capacità di esprimerti. E quindi riconoscere i tuoi pensieri.
E' quasi fisiologica, addirittura normale. Ce la si aspetta, prima o poi arriva.
La tua vita ha le risposte in mano a chi c'era, a chi ha visto e non te lo dice.
Rimane, come ai bambini di tre anni, una domanda: Perché?
Neurofisioterapia.
Perchè?
Logopedia.
Perché?
Esami.
Chi sa la verità?
Dottori.
Chi tace ciò che sa?

Poi in due anni che ci vogliono a reimparare a camminare ti rendi pure conto che forse non conoscevi davvero chi popolava il tuo mondo.
Sono quei momenti amari in cui la vita ti insegna a distinguere gli amici veri, i valori che contano. Una specie di dolorosa selezione naturale, ci sarebbe pure da risparmiarsi a scommetterci: ci pensano momenti come questo a fare il lavoro sporco di smistamento.

Quando la valanga scende lo fa fin quando ne ha basta lei, non quando ne hai a basta tu:
la fidanzata si è dileguata da un pezzo, forse sotto la pressione dei familiari; papà non ce l'ha fatta: lui che ti aveva suggerito di rimanere se ne è andato, ma ha combattuto tutto, fino in fondo; chissà la mamma: fiore d'acciaio nel deserto, avrà un segreto per resistere a tutto?
E tuo fratello in America, tua sorella che non è rimasta immune dai suoi dolori personali..anche se piangessero ogni giorno, cosa cambierebbe?

Hai un lavoro che oltre a renderti indipendente, fa crescere in te piccole soddisfazioni quotidiane, così come crescono le piante che curi da anni.

E comunque, quando ti chiedi "Cosa cambierebbe? Se ancora provassi rancore, odio, cosa cambierebbe?"

Ecco.
In quel momento sai che da quando ti sei svegliato nella tua seconda vita, le hai trovate.
Le trovi quando dici:
Inizi una seconda vita
quando ti accorgi che di vita ce n'è una sola.

Le hai trovate, le chiavi del mondo.
~~~~~~~~~

Claudio, trent'anni oggi,
vive da dieci anni senza udito ed è ipovedente.
A seguito di un fatale incidente in scooter, in cui la verità è ancora chiusa chissà dove, ha riportato serissime lesioni, è stato in coma per due mesi e ha subito diversi interventi, oltre ad aver seguito un lungo e doloroso percorso verso la riconquista di una vita.
Ora parla, ha imparato la LIS, adora mangiare da McDonald's ( "Il sushi nooo per favore" ti dice) si racconta senza versare una lacrima.
È il gigante buono che aspetta speranzoso l'intervento che gli restituirà, almeno esteticamente, l'orecchio destro.

In bocca al lupo, Claudio

Buona vita!!
*Granella Di Vaniglia*

























Pop corn: ogni vita, una storia.

A me capita spesso.
A giorni alterni almeno.
Immagino di scrivere un libro sulla mia vita.
Poi mi rimangio tutto all' idea dell' immense, inesorabili, mie figuracce quotidiane.
Mi consolo dicendomi che ridere fa bene e quindi sarei una buona persona che aiuta la gente facendola ridere. Poi ci ripenso di nuovo: c'è da piangere delle volte, altroché. Ma dell'imbranataggine cronica avremo modo di parlare.
Le storie vanno comunque raccontate.
Altrimenti ci borbottano dentro, come chicchi di mais. Meglio lasciarli esplodere in fragranti pop corn.

Se ne incontrano tante:
ci sfiorano i vestiti in centro città, se ne stanno zitte e rigide in bilico su un tram affollato,
ci accolgono al mattino porgendoci la tazzina di caffè, stanno dietro lo sportello a scartoffiare, in piedi con l'erogatore di carburante infilato nel serbatoio di una moto,
col gessetto in mano davanti un pubblico non sempre interessato, a casa a stendere i panni,
nel prato sotto casa per far fare i bisognini a Kira (che pure lei ne avrebbe da raccontare), fra le rughe e sotto il cappello di chi di vite ne ha vissute più di una.
Qualche storia la riconosci subito, persone segnate, a volte per sempre.
Altre non te le aspetti e ti sorprendi.

Ne voglio riportare qualcuna.
Dare voce a chi, per timidezza, voglia di anonimato, minore attitudine o passione alla scrittura, non riesca a farlo in prima persona, ma abbia la sua dose di Pop Corn da tirare fuori e condividere.
Per arieggiare l'anima.
Per piangere, finalmente.
Per insegnare.
Per ammonire.
Per ringraziare.
Per testimoniare.
Per rinnovarsi.
Per crescere, ancora.
Per ridere, che fa bene.

Pop Corn a tutti.

*Granella Di Vaniglia*












giovedì 14 maggio 2015

Due righe di cuore

Devo ancora capire come funziona Blogger.
Questo stile grezzo non mi si confà.
Intanto butto giù due righe.
Chè l'amore non sfogato non si senta trascurato.
Ogni riferimento a persone e fatti reali è volutamente vero in ogni caso.
Perché le storie vere e quelle inventate, in amore non hanno differenze: L'amore, almeno lui, non è razzista.

"Fra poco a pranzo avrò un ospite speciale.
Batticuore garantito.
Faccia inebetita pure.
Chissà se lui sente le stesse cose.
Ascolterò ogni parola, ogni re spiro.
E sorriderò, sarò dolce e infinitamente sua.
Non rinuncio.
E lui lo deve sentire, per forza.
Mi ha spaccato il cuore e ora ci vive dentro."


mercoledì 13 maggio 2015

Inevitabile

Doveva succedere.
Prima o poi.
Me l'avevano suggerito, non una persona sola e non una volta sola.
Forse qualcuno spera pure, in questo modo, di non essere più vittima della mia logorrea che esplode sia con le telefonate che con i messaggi e l'immenso mondo di internet, dalla messaggistica ai social.
E pensare che spesso mi trattengo: Ho pensieri così controcorrente che rischierei di trovarmi imbavagliata e malmenata.
Correrò il rischio qui, a casa mia.
Benvenuto ad ogni visitatore che, con educazione, vorrà dare il suo contributo per arricchire questo progetto, questo diario mio ma di tutti.
Cheers
Granella Di Vaniglia

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Instagram: @Yochaved