sabato 16 maggio 2015

Pop corn: ogni vita, una storia.

A me capita spesso.
A giorni alterni almeno.
Immagino di scrivere un libro sulla mia vita.
Poi mi rimangio tutto all' idea dell' immense, inesorabili, mie figuracce quotidiane.
Mi consolo dicendomi che ridere fa bene e quindi sarei una buona persona che aiuta la gente facendola ridere. Poi ci ripenso di nuovo: c'è da piangere delle volte, altroché. Ma dell'imbranataggine cronica avremo modo di parlare.
Le storie vanno comunque raccontate.
Altrimenti ci borbottano dentro, come chicchi di mais. Meglio lasciarli esplodere in fragranti pop corn.

Se ne incontrano tante:
ci sfiorano i vestiti in centro città, se ne stanno zitte e rigide in bilico su un tram affollato,
ci accolgono al mattino porgendoci la tazzina di caffè, stanno dietro lo sportello a scartoffiare, in piedi con l'erogatore di carburante infilato nel serbatoio di una moto,
col gessetto in mano davanti un pubblico non sempre interessato, a casa a stendere i panni,
nel prato sotto casa per far fare i bisognini a Kira (che pure lei ne avrebbe da raccontare), fra le rughe e sotto il cappello di chi di vite ne ha vissute più di una.
Qualche storia la riconosci subito, persone segnate, a volte per sempre.
Altre non te le aspetti e ti sorprendi.

Ne voglio riportare qualcuna.
Dare voce a chi, per timidezza, voglia di anonimato, minore attitudine o passione alla scrittura, non riesca a farlo in prima persona, ma abbia la sua dose di Pop Corn da tirare fuori e condividere.
Per arieggiare l'anima.
Per piangere, finalmente.
Per insegnare.
Per ammonire.
Per ringraziare.
Per testimoniare.
Per rinnovarsi.
Per crescere, ancora.
Per ridere, che fa bene.

Pop Corn a tutti.

*Granella Di Vaniglia*












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