venerdì 22 maggio 2015

Sì, lo voglio

Premetto che per me la felicità
si può customizzare per dritto e per traverso.

Non faccio esattamente i salti di gioia riguardo i matrimoni gay.
Ma credo che abbiano centrato in pieno l'esigenza di conservare qualcosa che per gli etero assume, a volte, la leggerezza della carta straccia.
L'amore non ha regole e non è certo una firma a confermare se siamo innamorati o meno. I matrimoni combinati o per convenienza ne sono un esempio.
Mettiamola così:
chi sceglie la convivenza lo fa nella convinzione che non sarà un contratto a determinare la durata della relazione, il suo funzionamento, la sua intensità, la sua intenzione di fedeltà e sostegno ecc. Una forma di consapevolezza e concretezza, a volte disincanto, che induce a pensare : "Se poi finisce, ognuno a casa sua e bon".
Eppure qualcuno vuole formalizzare anche la convivenza, la coppia di fatto.
Pacs, Dico... Non so se abbiano inventato altre sigle.
Tanto vale sposarsi, allora.
Credo che i gay che vogliano convolare a nozze stiano conservando il sogno, il sogno realizzato di trovare qualcuno a cui dedicare il cuore.
Sanno che trovare la persona giusta non è scontato, per loro non è che 'morto un Papa se ne fa un altro' , non è che trovano un'altra persona come loro appena svoltato l'angolo.
E lo sanno. Quando la trovano sono strafelici, si sentono onorati e fortunati e questo, q u e s t o, hanno conservato, questa è la loro chiave di volta.

Questa deve essere la chiave di ogni relazione.
Va troppo di moda mandare a quel paese, pretendere che l'altro ci faccia felice, chiedere dispoticamente rispetto.
Troppi matrimoni si basano sul conteggio di chi fa più o fa meglio.
Parlo del quotidiano,eh...
Ci sono interi stabili che tremano sotto le litigate di una coppia che "son due giorni che non butti immondizia/ lasci sempre la tavoletta del water alzata/ tocca sempre a me portare fuori il cane/ quando fai tu la spesa ti dimentichi sempre le mie brioches preferite ma la tua cavolo di birra non te la dimentichi mai/ tu lavori seduto tutto il giorno mentre io mi spacco la schiena in magazzino dalle cinque del mattino quindi i piatti li lavi tu-ma mi son fatto tredici ore di lavoro- capirai che fatica//
Potrei andare avanti all'infinito.
Se si tassassero le mancanze di rispetto e l'intolleranza gratuita, avremmo un'Italia gloriosa e fiorente.

E pensare che qualcuno, da più di duemila anni, aspetta solo che impariamo l'unica regola universale: Ama il tuo prossimo come te stesso, amatevi gli uni gli altri.

*Granella Di Vaniglia*






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